Responsabilità medica: mancato consenso informato e risarcimento

In materia di responsabilità medica, il consenso informato consiste nel fondamentale diritto del paziente alla libera e consapevole manifestazione di volontà circa i trattamenti sanitari proposti dal medico; si tratta di un documento avente valore legale, con lo scopo di tutelare tanto il chirurgo quanto il paziente da errori od incomprensioni.

La Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 16892/2019 si è pronunciata in tema di risarcimento del danno conseguente al mancato consenso informato.

La vicenda riguardava la richiesta di risarcimento dei danni avanzata da due genitori nei confronti di due medici e dell’Asl, a seguito della nascita della figlia affetta da una grave patologia all’arto superiore destro, sostenendo la negligenza della condotta dei medici per la mancata rilevazione della “situazione di aplasia di cui era portatore il feto” in sede di esami ecografici, nonché il mancato consenso informato.

La Corte d’Appello accoglieva la richiesta risarcitoria ma solo limitatamente al danno da “nascita indesiderata”, costituente però solo una delle richieste avanzate dai genitori che pertanto presentavano ricorso alla Suprema Corte.

Accanto al danno da “nascita indesiderata”, infatti, sussistevano gli ulteriori danni da invalidità temporanea totale e parziale e da invalidità permanente, nel loro aspetto biologico patrimoniale ed extra patrimoniale, oltre ai danni psichici e di diminuita vita di relazione dei coniugi, dovuti sempre alla grave negligenza ed imperizia dei medici e della struttura sanitaria.

La Cassazione ribadisce, quindi, l’importanza del consenso informato, il quale costituisce fondamento del trattamento sanitario e sua stessa legittimazione, tale per cui senza di esso (al di fuori dei casi di trattamento sanitario obbligatorio o in cui ricorra uno stato di necessità) l’intervento sarebbe comunque illecito.

In tal senso, i giudici specificavano che il medico ha pertanto “…il dovere di informare il paziente in ordine alla natura dell’intervento, alla portata dei possibili e probabili risultati conseguibili e delle implicazioni verificabili”. 

Nel caso di specie, inoltre, la Suprema Corte precisa ulteriormente che il consenso informato, in quanto diritto fondamentale della persona, costituisce prestazione altra e diversa da quella dell’intervento medico da eseguire, che trova invece fondamento nell’ulteriore (e diverso) diritto fondamentale alla salute: essi, pertanto, assumono autonoma rilevanza ai fini dell’eventuale responsabilità risarcitoria, in caso di mancata prestazione da parte del paziente.

In definitiva, con tale importante pronuncia, la Cassazione afferma il diritto ad un doppio risarcimento: uno afferente al mancato consenso informato e l’altro, autonomo e distinto, legato all’errata esecuzione del trattamento sanitario.

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